In questi giorni il governo Coreano del Sud sta parlando di videogiochi e, a quanto pare, non in modo lusinghiero. Cos’è successo? in quel paese asiatico il governo sta investendo tanti, troppi, soldi per il trattamento in centri specializzati di chi ha sviluppato problemi ossessivi compulsivi nei confronti di internet e videogiochi (si parla di una cifra che si aggira intorno ai 10 milioni di € ogni anno).

La soluzione l’ha proposta qualche giorno fa Shin Euijiin, un membro del partito giochi e drogaconservatore, che ha presentato una proposta di legge che consentirà alle autorità competenti il controllo della produzione, vendita e distribuzione di videogames e di tutto ciò che ha a che fare con il mondo delle scommesse, andando ad aggiungere questi elementi ai già presenti controlli su bevande alcooliche e tabacchi. Il problema è che l’industria di videogiochi nella penisola è ben avviata e questi provvedimenti andrebbero a frenare pesantemente sia lo sviluppo che l’economia nel settore. Su Inews24 un rappresentante coreano del mondo videoludico sentenzia “L’idea che il Governo equipari i videogiochi all’alcool e al tabacco è preoccupante. Questa amministrazione continua a parlare di economia creativa e poi tenta di bloccare una delle industrie più fiorenti del paese”.

Tra i provvedimenti, si pensa persino di applicare un coprifuoco digitale per i minori di 16 anni.