Ratti, volti umani, lucertole, ormai sembra che il rover Curiosity stia fotografando davvero di tutto sul suolo marziano! La fotografia del ratto risale già a diversi mesi fa, ma sul web sta spopolando solo negli ultimissimi tempi. (potete contattarlo tramite profilo twitter: https://twitter.com/RealMarsRat )

Tolti i soliti quattro creduloni, che danno per veritiera l’ipotesi di un ratto grasso e scorrazzante tra i massi del pianeta rosso e che sia il solito enorme complotto delle super potenze interessate a smentire l’evidenza per tenersi il topo tutto per loro in modo da studiarlo in una base super-segreta (?), sembra che l’umanità sia ricaduta nel tranello della pareidolia, così come accadde per il volto umano immortalato dalla Viking 1 nel lontano 1976.

1976 - volto umano su Marte
1976 – volto umano su Marte

La pareidolia è un termine che si riferisce ad un meccanismo del nostro cervello, che tende a ricondurre a forme note oggetti o profili (naturali o artificiali) dalla forma casuale. L’esempio più lampante è l’impressione di vedera una pecora in una nuvola. Si parla, in questi casi, di illusione subcosciente.

Sta di fatto che per gli esperti l’ipotesi di un ratto (scoiattolo o qualunque altro roditore) su Marte è davvero molto poco plausibile, a causa soprattutto del clima eccessivamente secco e freddo per permettere una simile forma di vita. Il discorso cambia, tuttavia, al parlare di forme di vita microbiche che, basandosi sulle immagini inviate da Curiosity, molto tempo addietro sarebbero potute esistere, essendo stato in passato un ambiente probabilmente adatto alla sopravvivenza dei microrganismi.