Google Play Musica è arrivato finalmente anche in italia: riuscirà Google a fare concorrenza col famosissimo sistema della casa rivale Apple, Itunes?

All’inizio era “solo” un Market: uno store digiale dove poter scaricare applicazioni gratuite e/o a pagamento.

Poi, per fare concorrenza ad Amazon, Google ha allargato il suo store aggiungendo la possibilità di scaricare anche gli ebooks: i libri in formato digitale.

Infine nel marketplace di Google Playstore, raggiungibile da Browser o da dispositivo Android, arriva la possibilità di scaricare anche file musicali.

Il sistema è suddiviso in tre sezioni: una è la propria libreria musicale personale, una è il “Portale degli Artisti” ed infine quella più ovvia che ci permette di acquistare musica.

Per quanto riguarda la registrazione al servizio, dovremo inserire fin da subito una carta di credito da associare al nostro account: questo perchè le case discografiche richiedono una identificazione territoriale. Diciamo comunque che, in fin dei conti, si tratta di una procedura indolore se abbiamo intenzione in futuro di comprare qualche canzone.

Ogni brano acquistato poi, viene aggiunto alla nostra libreria che ha un limite di 20.000 file e che può inoltre ospitare anche tutti gli altri nostri brani posseduti. Una differenza interessante con il suo concorrente Apple, è che quest’ultimo offre un servizio simile (a 24.99 euro annui – ma con spazio illimitato) mentre Google lo offre gratuitamente.

Infine, diciamo che la novità vera e propria introdotta da Google è sicuramente il Portale degli artisti.

Non troverete ancora niente di simile da nessuna parte ancora: i piccoli/giovani artisti indipendenti e squattrinati, quelli che fanno musica per il solo piacere di farlo ma che comunque vogliono farsi conoscere o rientrare con le spese, possono acquisire dello spazio sullo store di Google per soli 25 dollari annui.

Inoltre, per ogni brano venduto, l’artista guadagnerà il 70 % mentre il resto viene trattenuto da Google.

Che cosa ne pensate di questo aggiornamento?

Forse Google punta troppo in alto, cercando di raggiungere una fetta di mercato troppo ampia? Oppure cerca solo di adeguarsi?