Proprio così, da oggi l’istruzione americana è aiutata da un software che sarebbe in grado di “spiare” le abitudini degli studenti riguardo lo studio delle materie, informado i professori che i libri non sono stati aperti.
Tutto questo è possibile grazie a CourseSmart, una società americana famosa nell’ambito dei libri di testo digitali. Il sistema di verifica è reperibile online e monitora le abitudini degli studenti che usano i loro e-book nell’ambito scolastico. Il software si chiama CourseSmart Analytics e promette di essere il Grande Fratello dell’istruzione negli States. Il programma è basato sui Cloud: ogni volta che lo studente accede al testo di studio le pagine aperte vengono registrate esattamente come se fossero pagine web visitate. Inoltre, CourseSmart Analytics informa i professori su quanto tempo hanno passato i loro studenti su quel determinato testo, se hanno preso appunti o sottolineato qualcosa dall’e-book. Gli insegnanti possono visualizzare i dati da una schermata di controllo, verificando chi ha studiato e quanto, oltre a capire quali sono gli studenti che hanno bisogno di più aiuto riguardo gli argomenti trattati.
Al momento il progetto è in beta test ed è in prova presso alcuni college e università, ma è già prevista un’espansione del raggio d’azione entro l’autunno di quest’anno.
Certo, dal canto loro gli studenti non si fanno fregare così facilmente. I trucchi di raggiro sono dei più semplici e probabilmente ve ne sono già venuti in mente diversi solo leggendo le righe di quest’articolo. Ad esempio lo studente può tranquillamente lasciare aperta la pagina del book digitale, facendosi intanti i fatti suoi, oppure aprendo i capitoli senza leggerli e sottolineando parti a casaccio. Peraltro il book non riesce ancora a tenere conto degli studenti che amano i vecchi cari appunti scritti a mano (e non sono pochi), e nemmeno tiene conto delle diversità di apprendimento. Ad alcune persone infatti è sufficiente aprire il libro una sola volta, assimilando il contenuto molto più rapidamente di un altro che invece è costretto a leggere e rileggere prima di imparare le stesse informazioni.
Per la serie “la privacy non esiste”, gli editori conservano i dati registrati sulle loro banche dati, con la scusa di trattenere le informazioni per migliorare le nuove versioni del software, anche se quest’operazione è comunque già largamente usata dai principali siti della rete (due nomi a caso, Google e Amazon).