Da ieri gli utenti di Facebook (per ora solo gli americani) possono usufruire di Graph Search. La funzionalità era già attiva da gennaio, ma fin’ora soltanto in fase di beta test. Questa permette di condurre ricerche accurate sfruttando i metadati archiviati dal social network. In questo modo potremo fare ricerche specifiche quali ad esempio ‘amici a cui piace Vasco Rossi’ oppure ‘pizzerie di Roma che piacciono ai miei amici’.
Il programma è nato per promuovere la condivisione di contenuti e per incentivare l’interlacciarsi di rapporti tra utenti. Voci però sostengono che il sistema di Facebook (specialmente per gli inserzionisti) sia, nonostanti le recenti migliorie, ancora troppo difficile da utilizzare. Graph Search deve quindi diventare più intuitivo, se vuole avere il successo sperato. A patirne, come sempre, c’è il fattore privacy, un’altra volta messo a rischio dalle nuove innovazioni della rete. D’altronde Facebook permette di fare ricerche a 1,1 miliardi di utenti attivi con 240 miliardi di fotografie e 1 trilione di connessioni.
Con questo software si creerà un collegamento diretto tra l’utente e ciò che gli piace, mettendo a rischio la privacy contro i temibili ‘amici degli amici’, facendo emergere rivelazioni fastidiose o imbarazzanti che sarebbero alla portata di un gran numero di non-amici. Oltre a dover risolvere questo problema aggiungendo impostazioni adeguate, il social network di Mark Zuckerberg deve anche trovare il modo di rendere monetizzabile Graph Search, senza nel mentre ritrovarsi nemico di utenti e inserzionisti. Sarà una bella sfida.