Lo spiega Marina Faiella, una giovane ricercatrice italiana che vive negli USA e lavora per l’università dell’Arizona, vincitrice di una borsa di studio internazionale data da L’Oreal-Unesco nel programma “Donne e Scienza” 2013.
Alcuni tipi di proteine sarebbero in grado di produrre idrogeno, un tipo di combustibile pulito, in grado di ricaricare batterie di computer e smartphone. Come spiega Faiella, però “L’idrogeno può rappresentare una fonte illimitata di combustibile pulito. Il problema è che in natura questo gas non è disponibile in forma pura, ma solo immagazzinato all’interno di svariate sostanze come l’acqua: purtroppo gli attuali metodi di produzione non sono adatti ad un impiego su vasta scala perchè usano costosi catalizzatori a base di platino oppure causano inquinamento”. Una valida alternativa proviene da alcuni tipi di piante e batteri, che conterrebbero un particolare tipo di proteine chiamato Idrogenasi, che potrebbe servire allo scopo, una volta studiate e una volta compreso a pieno il loro funzionamento.
Il progetto è ancora agli albori, ma l’intento è nobile. Se si avrà successo, infatti, si sarà in grado di creare idrogeno pulito e a basso costo. L’idea è di creare bio-reattori dove i batteri possano produrre questi tipi di proteine in grande quantità. Una volta fatto questo, le proteine dovranno essere immobilizzate su dei supporti per permettere la ricarica delle batterie dei nostri strumenti elettronici. Fortunatamente gli USA sembrano avere un occhio di riguardo per la ricerca dei bio-carburanti, il Dipartimento dell’Energia americano ha stanziato solo negli ultimi 5 anni ben 700 milioni di dollari, affidando queste ricerche a poco meno di 50 istituti.