In questo articolo, dedicato non solo ai nerd ma anche ai curiosi, vediamo cosa sono e a cosa servono gli esoscheletri.

Probabilmente, anche coloro che non sanno esattamente di cosa stiamo per parlare, avranno collegato Esoscheletro alla “tuta” indossata dal supereroe dei fumetti Marvel IronMan: purtroppo, per ora, dovremo deludervi.

Infatti, nonostante la connessione sia esatta, gli esoscheletri attualmente disponibili non permettono di volare. Per ora.

Escoscheletro

Comunque, il termine “Esoscheletro” è composto da “Eso” che vuol dire fuori, ed “scheletro”: spesso ci si riferisce con questo termine alla corazza di alcuni insetti.

In questo campo invece, ovvero tecnologico, per esoscheletro intendiamo una struttura di supporto che piuttosto che imitare la struttura ossea, serve ad imitare quella muscolare.

Il primo settore di “utilizzo” di questi esoscheletri, è sicuramente dedicato alla riabilitazione delle persone che sono costrette alla sedia a rotelle.

Assieme a questo settore però (anzi, forse è proprio questo quello prioritario purtroppo) è presente anche un’altro settore di utilizzo: quello militare.

In questo caso infatti, si vorrebbe dare la possibilità ai militari di correre più veloci, non stancarsi mai, arrampicarsi più facilmente, fare salti più lunghi e così via.

Diciamo comunque che, per i disabili, già riuscire nella riabilitazione non sarebbe un peccato: stranamente, l’ Italia è presente nella lista di nazioni che si stanno attrezzando per lo sviluppo di esoscheletri, particolarmente nel campo riabilitativo.

Le potenzialità comunque, non spaziano solo nel campo medico e militare: sarà possibile infatti creare tute che faciliteranno il lavoro di tutti i giorni, come per esempio esoscheletri specializzati nel sollevamento degli oggetti e così via.

 

L’ Occorrente

Di cosa avremmo bisogno per costruire un esoscheletro? Ecco la domanda a cui, senza approfondire nello specifico, vedremo di rispondere.

  • Il materiale: Il materiale dovrà essere leggero ma allo stesso tempo resistente: dovrà inoltre riprodurre i movimenti delle articolazioni che andrà a supportare.
  • Le batterie: Dovranno durare a lungo, ricaricarsi in fretta per essere pronte il giorno seguente, e/o di facile sostituzione. Probabilmente due batterie “AA” non basteranno.
  • Sensori: Dovranno permettere di seguire i movimenti che vogliamo eseguire senza farci cadere o fare movimenti sbagliati.
  • Software: Sia nel caso in cui i sensori siano “fisici” (come joystick) o “cinetici” (ovvero comandi trasmessi col pensiero) il software deve elaborare i dati e dire alle varie parti della struttura come agire.

Quindi, a che livello siamo con questi esoscheletri?

Ecco un interessante video, in inglese ma sottitolato in italiano, di TED che parla proprio di questo argomento: