Secondo una ricerca, con le nanotecnologie potremmo presto riuscire a trattare (o addiritturare curare) il diabete di tipo 1.
La ricerca evideniza come si potrebbe utilizzare delle nanoparticelle di chitosano per veicolare l’insulina per via orale, invece che per via endovenosa come è tutt’oggi; questo perché senza le nanoparticelle a proteggere l’insulina, questa non riuscirebbe ad assorbirsi efficacemente.
Essendo questo tipo di nanoparticelle facilmete producibili e biocompatibili, potremmo vedere presto questa alternativa sul mercato.
Inoltre, per il controllo del glucosio, si è pensato ad un tipo di tatuaggio intelligente (smart-tatoo) che permetterebbe, tramite nanotubi di carbonio, di tenere sotto controllo i livelli di glucosio inviando via wireless ad un computer indossabile (un orologio per esempio) i nostri livelli di glucosio, permettendo di monitorarli costantemente.
Per quanto riguarda invece il trapiando di pancreas, ancora impatricabile a causa della reazione immunitaria violenta contro l’organo impiantato, potrebbe subire una svolta con l’aiuto di una guaina protettiva in silice nanoporosa che permettere di proteggere il pancreas dal sistema immunitario.
La guaina dovrebbe permettere il passaggio di molecole più piccole (come quella del glucosio) e bloccare l’introduzione di quelle più grandi come quelle dei globuli bianchi.
Un’altra soluzione proposta già dagl’anni 70, è quella dell’impiego di un pancreas artificiale. Se a quell’epoca poteva sembrare solo un sogno, le moderne tecnologie lo rendono molto più tangibile: infatti potremmo avere le giuste tecniche di miniaturizzazione: un pancreas artificiale rilascerebbe nell’organismo all’occorenza, la giusta quantità di insulina.