Il 26 novembre 2011 Curiosity partì per il lungo viaggio che lo portò sul Pianeta Rosso, tra gli innumerevoli strumenti di misurazione di cui è stato dotato ce n’è uno in particolare chiamato RAD (Radiation Assessment Detector) ed è un analizzatore di particelle energetiche grande quanto un tostapane. Quest’oggetto molto importante ha registrato e misurato le radiazioni all’interno del Mars Science Laboratory, rimandando sulla Terra dati sconfortanti.

Rappresentazione artistica della navicella del Mars Science Laboratory nella fase precedente all'atterraggio di Curiosity su Marte
Rappresentazione artistica della navicella del Mars Science Laboratory nella fase precedente all’atterraggio di Curiosity su Marte

Cary Zeitlin, scienziato del Southwest Research Institute, laboratorio di ricerca responsabile del RAD, afferma con disappunto “In termini di radiazioni accumulate, recarsi su Marte equivale a subire una radiografia all’intero corpo ogni 5 o 6 giorni”. Le stime più ottimiste calcolano un viaggio per raggiungere Marte della durata di circa 180 giorni, considerando anche il ritorno vanno quindi considerati ben 360 giorni in cui gli austronati verranno esposti alle radiazioni, con come unico scudo la navicella stessa. La radiazione subita nel solo viaggio di andata raggiungerebbe il limite sopportabile di un umano lungo la sua intera esistenza.

I tipi di radiazioni da temere sono fondamentalmente due: i raggi cosmici galattici e le particelle energetiche solari. Le particelle solari compongono solamente il 5% delle radiazioni totali e sono prodotte dai brillamenti del Sole, sarebbero facilmente schermabili, specialmente se il viaggio fosse condotto in un periodo di bassa attività solare (come accadde per Curiosity). I raggi cosmici sono una questione diversa, costituiscono una radiazione a lungo termine difficile da schermare persino per il migliore degli scafi in alluminio, per non parlare degli ioni pesanti (nuclei atomici privi di elettroni particolarmente pericolosi per gli esseri umani).

Il solo viaggio di andata esporrebbe il cosmonauta a una quantità di radiazioni pari a 0,66 Sievert, arrivare ad 1 Sievert significa aumentare le probabilità di morte per cancro del 5%! C’è poi da aggiungere al calcolo il soggiorno sul pianeta (circa 500 giorni) ed il ritorno a casa.