Il problema delle password complica la vita a milioni di navigatori del web. Il buon senso obbliga ad averne molte, delle più disparate con maiuscole, minuscole e numeri, producendo codici sempre più complessi e soventemente molto lunghi. Una soluzione è avere una password unica per molti siti, o crearne di semplici in modo da ricordarle facilmente, ma l’altra faccia della medaglia consiste nel facilitare la vita anche ai malintenzionati. La soluzione potrebbe essere una pillola da ingoiare.
COME FUNZIONA?
Il progetto è targato Motorola. Questa pillola conterrebbe al suo interno un chip in grado di generare un segnale univoco che ci autentica nel momento del bisogno. Una volta ingerita la pastiglia e avviato il processo metabolico, lo stomaco agirebbe come un elettrolita sulla batteria del chip facendogli generare un segnale a 18 bit molto simile a quello prodotto da un elettroencefalogramma. Il risultato porta ad una specie di password elettrica che diventa trasmissibile grazie alla conduttività del tatto umano.
A CHE PUNTO E’ LO SVILUPPO?
Pillole contenenti microchip già esistono. La Food and Drug Administration (Fda) americana, a marzo 2012, ha approvato la commercializzazione di un sensore ingeribile per uso medico chiamato Ingestion Event Marker (IEM) prodotto dalla Proteus Health. In tale caso la pillola ingerita funziona in sinergia con un sistema di feedback digitale composto da un microchip dalle dimensioni pari ad un granello di sabbia, un sensore applicabile con un cerotto e da un’applicazione che permette la visualizzazione dei dati su uno smartphone. Il complesso sistema è in grado di rilevare e comunicare i dati fisiologici del paziente in seguito all’assunzione di farmaci. In questo modo il medico può sapere la reazione del corpo alle medicine assunte.
CONTROINDICAZIONI E ALTERNATIVE
Le polemiche sono già molte, c’è chi dice di avere paura di una somministrazione di pillole dotate di microchip (a loro insaputa) che trasmetterebbero i propri spostamenti o costituirebbero comunque una violazione della privacy. Un altro pericolo è l’intercettazione del segnale emanato. Ci sarebbe già un’alternativa alla pillola cibernetica, ovvero un tatuaggio-chip con una durata d’effetto maggiore rispetto a quello della pastiglia.