Raccontiamo oggi di Weibo, la versione asiatica del più famoso Twitter.
Tecent Weibo è un social network clone, creato dalla Tencent Holdings Limited su commissione del governo cinese nel 2010 per impedire al suo popolo di comunicare liberamente attraverso Twitter e per compensare a questa mancanza. Al momento ospita ben 300 milioni di utenti, con una media di 70 mila post al minuto. Il funzionamento tecnico è pressochè identico al tweet, post composti da 140 caratteri pubblicati tramite un username e corredati da #hashtag. Detto questo, c’è da considerare che i caratteri cinesi sono più particolari rispetto ai linguaggi occidentali, permettendo di racchiudere in questo centinaio di caratteri ben più di quanto riusciremmo a dire noi. Ma la particolarità più rilevante e sconcertante di questo sito è principalmente una: la censura efficacissima (in grado di colpire praticamente in tempo reale) nonostante l’enorme quantità di utenti attivi.
Com’è possibile?
Un certo Dan Wallach, professore del systems group alla Rice University’s Department of Computer Science, ha condotto uno studio per svelare da dove provenga e come sia possibile una tale efficienza, studiandone a fondo i metodi.
Il primo accorgimento riscontrato è che i post vengono censurati immediatamente dopo la loro pubblicazione, non si tratta quindi di una censura preventiva, grazie ad uno studio condotto seguendo un piccolo campione di utenti. Ma si è capito subito che la ricerca andava ampliata, senza tuttavia pretendere di poter spiare tutto Weibo, così il gruppo di studio ha fatto una minuziosa ricerca, creando infine un numeroso campione statistico di 3’500 utenti seguito per un periodo di due settimane. Il risultato riscontrato è stato sbalorditivo: sono state registrate circa 4500 cancellazioni al giorno. Le cancellazioni volontarie degli utenti e quelle forzate della censura sono state distinguibili attraverso una semplice accortezza, si visualizza un “post non esistente” se è stato cancellato da chi l’ha pubblicato, mentre avremo un “accesso negato” se uno dei 4’000 censuratori ha colpito il bersaglio.
A parte questo, Wallach purtroppo alla fine dei giochi non è riuscito a dare una spiegazione precisa sul vero funzionamento della censura, ma ci ha lasciato alcune ipotesi plausibili. La soluzione sarebbe prettamente statistica: un censore, in media, è in grado di controllare 50 messaggi al minuto circa, quindi servono 1400 censori per controllare 70’000 messaggi pubblicati in un minuto. Considerando un turno di 10 ore, ecco che escono fuori i 4000 dipendenti del governo rosso. Ma sembra inimmaginabile, comunque, un lavoro completamente manuale, d’altronde per dominare la tecnlogia ci vuole altra tecnologia, così non è da escludere una semplice tecnica di ricerca di “parole chiave” che se scritte, richiamerebbero l’attenzione dei moderatori, un po’ come accade se proviamo a scrivere una e-mail al nostro Presidente della Repubblica o a qualunque altro importante nostro organo istituzionale (questo per filtrare le email ed eliminare quelle incentrate su inutili polemiche e luoghi comuni). Ma Wallach si è spinto oltre, azzardando che ci sia persino una lista nera, dove sono registrati tutti gli utenti che abbiano dei “precedenti” e che siano quindi controllati costantemente, molto più del resto della community.
Queste severissime misure di prevenzione sarebbero, a detta dei leader di Pechino, necessarie per il bene comune della società cinese.