Symantec ha pubblicato un rapporto sull’ aumento preoccupante dei ransomware: virus che ci chiedono i soldi in cambio dei nostri dati.

Con l’evoluzione della tecnologia, spesso i profani non riescono a stare dietro a tutte le innovazioni e finiscono spesso col sottovalutare la pericolosità che si può celare nell’informatica.

Symantec, nota azienda produttrice di antivirus e software per la sicurezza, ha pubblicato un rapporto molto preoccupante che trovate quì.

Da quello che ho sentito poi in giro, il trend era già costante da un pò: è successo mai, di recente, che qualche vostro amico vi ha detto che il computer gli si è bloccato con un messaggio della “Polizia di Stato” che chiede una cifra (che di solito varia fra i 50 ai 100 euro) per poter sbloccare il computer (o determinate funzioni)?

Una volta installatosi, il ransomware passa a disabilitarvi diverse funzioni del computer: il vostro client di posta, messenger, Firefox o Chrome, Itunes oppure determinati siti o funzioni particolari.

Dopodichè, e questa in un certo qual modo è interessante, il virus sfrutta il vostro ip per effettuare una geo-location utilizzando uno fra i tanti servizi online: una volta scoperto dove abitate, il virus muterà ed utilizzerà le immagini della vostra polizia e la lingua del vostro stato.

Forte eh?

Più che altro col fatto che gli utenti meno esperti, colti di sorpresa, scelgano di pagare pensando di dare soldi alla polizia o all’ FBI, dà alla possibilità ai malfattori di guadagnare cifre pari a circa 5 milioni di dollari l’anno (400 mila dollari al mese quasi) e quindi passare altro tempo a perfezionare i loro virus.

E questo nonostante sia solo il 2-3% degli infetti a pagare.

Esempio di Ransomware

Come sempre, i consigli principali che possiamo dare sono: effettuare backup periodici di tutti i vostri dati più sensibili; cambiare periodicamente le password alle piattaforme più importanti; tenere aggiornati tutti i vostri programmi, l’antivirus e il sistema ed infine ricordatevi di usare il cervello perchè “l’unico Bug che non può essere fixato, si trova fra il monitor e la sedia”.